La performance Se.Me.
C’era una volta.
C’era una volta un paese.
C’era una volta un paese in cui.
Un paese in cui si vive male.
Tra la sua gente
c’era chi sapeva solo
fai così.
Non fare altro.
Non fare diverso.
C’era chi la pianta
o la raddrizzi subito, o sennò.
E
C’era sennò chi
Non fa così.
Come quell’uomo che
fa diverso.
È pauroso.
È cencioso.
È selvatico. Come un albero.
Quell’uomo che
invece sapeva anche.
La vita viene sempre fuori
da chi fa diverso.
C’è un paese in cui, e un uomo che. E c’è un sentiero, da percorrere in silenzio, in ascolto di ciò che accade, soprattutto quando sembra che non stia accadendo nulla. Se.Me. è questo sentiero: un cammino da fare insieme, con lo stesso passo, sulle tracce di un passato fatto di storie piccole e grandi, di infanzie perdute, di infanzie che non sono mai state e di infanzie conquistate. Perché anche l’infanzia è nata. E quello di giocare è stato un diritto che oggi diamo per scontato, ma che invece è stato rivendicato con fatica e battaglie, piccole e grandi. E oggi? Come ci avvaliamo di questo diritto? Le storie del passato possono mostrarci un modo diverso di rapportarsi alla natura, all’ambiente che ci circonda, agli altri, e, insieme, possono aiutarci a identificare il mutamento, a confrontare le possibilità e i limiti di ciò che definiamo progresso, ad osservare come le comunità e le culture si annodano, si perdono, si trasformano.
foto di Alvise Crovato
Il progetto ha previsto l’elaborazione degli stimoli naturalistici e culturali raccolti in un itinerario installativo-performativo site specific pensato in relazione alle geografie dei luoghi ospiti: un percorso insieme artistico-performativo, turistico-escursionistico e ludico-didattico, organizzato con l’apporto dei partner di progetto in luoghi naturali e caratteristici accessibili a tutti, alla scoperta delle peculiarità del territorio e della sua memoria storica.
Le performance esplorano i codici del site-specific e del teatronatura, così come le possibilità offerte da diversi strumenti tecnologici e multimediali (come i dispositivi silent) nell’ottica di incentivare un’interazione rispettosa con l’ambiente e un uso critico e funzionale della tecnologia.
Per lo spettatore questa ricerca si traduce in un percorso teatrale nella natura, una passeggiata al confine tra realtà e immaginazione, in un mondo di suoni, parole, oggetti, visioni.
foto di Alvise Crovato