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malacarne

la ballata dell’Amore e del Potere

ubu BRAT

l’assurdo classico della guerra

regia Michele Modesto Casarin
con Mina Carfora, Claudio Colombo, Filippo Fossa, Agata Garbuio, Federico Scridel
drammaturgia Marco Gnaccolini
produzione BRAT
in collaborazione con Pantakin
con il sostegno di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

sinossi

dello spettacolo

Una storia di miti, divertente e poetica allo stesso tempo, che vede intrecciarsi tra loro due vicende: la spasmodica ricerca di un leggendario tesoro nascosto e un amore proibito nato sotto cattiva stella. Assisteremo così allo scontro tra la forza più vitale e quella più disgregante del mondo: l’Amore e il Potere.

È il 1420, il Patriarcato di Aquileia è sconfitto dai soldati veneziani guidati dal Capitano Tristano Sorestan, mercenario al soldo della Serenissima. Così i contadini friulani si ritrovano ad essere sotàns, sottomessi. Tra questi è Malacarne che, per non abbandonare la propria terra e riscattarsi, accetta di diventare servitore di Pantalone, mercante veneziano finanziatore dell’impresa. Questi brama il leggendario puteum aureo e perciò incarica il friulano assieme al turco Karagoz di trovare il tesoro. Accecato dalla brama di potere e denaro, baratta la giovane figlia Bora in cambio della supremazia mercantile sui territori conquistati. Ma la ragazza, aiutata dalla balia, sfugge alle grinfie del padre padrone, andando incontro ad un amore inaspettato…

malacarne

origini di una maschera

Chi era costui? Per risolvere l’arcano bisogna ritornare molto indietro nel tempo e precisamente nel 1622, quando per la prima volta comparve, nella commedia I travagli d’amore di Marc’Antonio Gattinon, notaio di Latisana, la maschera di un servo tanto pasticcione quanto abilissimo nel trovare soluzioni a ogni inghippo. Si tratta proprio di Malacarne, irrefrenabile fanfarone che si esprime in una lingua mai sentita prima sulle scene, il friulano. E proprio lui ritorna come protagonista, nelle vesti dello spirito di un territorio e del suo popolo, in questa nuova drammaturgia ambientata in un lontano passato ma che prende i connotati anche di una vicenda contemporanea, portando in scena alcune delle vessazioni che molte persone e popoli interi si trovano tutt’oggi inermi a subire.

note di

regia

Ogni volta che lavoro a un nuovo spettacolo di Commedia dell’Arte mi chiedo: a chi interessa uno spettacolo di teatro di maschera? Il pubblico di oggi non ha più le ingenuità di quello del 1600. È abituato al cinema, alla tv, viaggia in rete, ha il mondo in mano. Ma alla fine la risposta alla domanda è sempre la stessa.

Il pubblico è fatto di persone e le persone, grandi o piccole che siano, amano le storie, amano farsi raccontare i miti e le leggende, vogliono sentire che il male verrà punito e il bene trionferà. E questo da sempre, anche se ormai avvezze a tutte le “modernità” di questo secolo.

La Commedia dell’Arte racchiude in sé tutti i bisogni del pubblico: sa educare, stupire, ammaliare, sedurre, divertire. Ed è questo che vuol fare la nostra ballata dell’Amore e del Potere. Attraverso le maschere e i suoi caratteri, valicando il tempo, vuol trascinare il pubblico in un viaggio emozionante e poetico. Rivedere storie antiche, e renderle moderne e fresche.

note di

drammaturgia

MALACARNE – La ballata dell’Amore e del Potere è il prezioso frutto di un lavoro collettivo scaturito dalla voglia e necessità di raccontare non solo un personaggio sconosciuto del teatro popolare ma anche dello scontro senza fine tra la forza più disgregante al mondo, il Potere, e la forza che da sempre lo contrasta, l’Amore.

Mi sono così spinto nel comporre una nuova drammaturgia sulla figura e il mondo di Malacarne visto con gli occhi dei romanzi storici e delle storie di riscrittura delle origini dei personaggi, note soprattutto nell’ambito dei fumetti e delle loro trasposizioni al cinema ma che si radicano nelle diversificazioni narrative con cui sono stati sviscerati i protagonisti dei miti greci.

Una vicenda pregna di storia, leggende e lingue dalle sonorità arcaiche che tornano per un’ora e mezza di nuovo in vita, incantando come solo la musica può fare, e racchiudendoci tutti in un posto senza tempo e senza spazio, se non quello incommensurabile del mistero di esseri umani, e vivi, insieme.

dicono

dello spettacolo

<< Immaginiamo il teatro popolare e la commedia dell’arte come l’espressione da palcoscenico della street art: colori forti, tinte nette, ritmo altissimo, cambi repentini. Maschere e folclore viaggiano come un treno che sferraglia coast to coast verso un tramonto estivo. La commedia dell’arte è viscerale, sudata, generosa e la compagnia BRAT è una giovane realtà che da anni persegue una poetica volta a creare una fusione fra tradizione e innovazione. Malacarne è, di fatto, l’unica maschera friulana della famiglia degli arlecchini qui portata in scena in un tripudio di lingue, dialetti, suoni, rumori e canzoni. Un tuffo variopinto nelle storie e ballate del territorio friulano che si intrecciano con la vicenda di amore e potere che vive e subisce il malcapitato Malacarne, che qui diviene figura contemporanea del lavoratore senza tutele, della persona disposta a tutto pur di non dover migrare. Un’operazione artistica che si fonda sull’amore per quel teatro fatto di carne, polvere e risate, in cui lo spettatore fa un viaggio nel tempo restando ancorato alle proprie viscere e sentendo pulsare il sangue nelle vene. >>

Direzione artistica – SpkTeatro


<< BRAT elabora un proprio rapporto con le maschere e la tradizione cercando di superare alcuni stereotipi che si sono consolidati rispetto alla cosiddetta commedia dell’arte “classica” […]. La commedia procede con ritmo e precisione. La compagnia dedica una cura particolare al movimento coreografico, ai tempi del dialogo anche fisico tra i personaggi. Il Friuli- Venezia Giulia, così come molte altre regioni d’Italia, porta con sé una storia complessa di conquiste e guerre, dove si incontrano e scontrano un’eredità austriaca, mitteleuropea e quella veneta della Serenissima. Al di sotto del gioco del potere, come sempre, sta il popolo minuto delle leggende, delle streghe, delle campagne, sta Malacarne, servo buono e devoto, narratore viandante […]. Non più il Friuli, ma il mondo intero sulle assi di questo piccolo palchetto, in un omaggio all’intento originario della Commedia dell’Arte: parlare del presente tramite il mezzo potente della fiaba e del comico, in un’astrazione che però non rinuncia a riferimenti pungenti, feroci tramite l’irriverenza della maschera, che non concede e non consola, ma che ferisce come soltanto la vera commedia sa fare. >>

Angela Forti – La Falena, Teatro Metastasio

sinossi

dello spettacolo

Una storia di miti, divertente e poetica allo stesso tempo, che vede intrecciarsi tra loro due vicende: la spasmodica ricerca di un leggendario tesoro nascosto e un amore proibito nato sotto cattiva stella. Assisteremo così allo scontro tra la forza più vitale e quella più disgregante del mondo: l’Amore e il Potere.

È il 1420, il Patriarcato di Aquileia è sconfitto dai soldati veneziani guidati dal Capitano Tristano Sorestan, mercenario al soldo della Serenissima. Così i contadini friulani si ritrovano ad essere sotàns, sottomessi. Tra questi è Malacarne che, per non abbandonare la propria terra e riscattarsi, accetta di diventare servitore di Pantalone, mercante veneziano finanziatore dell’impresa. Questi brama il leggendario puteum aureo e perciò incarica il friulano assieme al turco Karagoz di trovare il tesoro. Accecato dalla brama di potere e denaro, baratta la giovane figlia Bora in cambio della supremazia mercantile sui territori conquistati. Ma la ragazza, aiutata dalla balia, sfugge alle grinfie del padre padrone, andando incontro ad un amore inaspettato…

malacarne

origini di una maschera

Chi era costui? Per risolvere l’arcano bisogna ritornare molto indietro nel tempo e precisamente nel 1622, quando per la prima volta comparve, nella commedia I travagli d’amore di Marc’Antonio Gattinon, notaio di Latisana, la maschera di un servo tanto pasticcione quanto abilissimo nel trovare soluzioni a ogni inghippo. Si tratta proprio di Malacarne, irrefrenabile fanfarone che si esprime in una lingua mai sentita prima sulle scene, il friulano. E proprio lui ritorna come protagonista, nelle vesti dello spirito di un territorio e del suo popolo, in questa nuova drammaturgia ambientata in un lontano passato ma che prende i connotati anche di una vicenda contemporanea, portando in scena alcune delle vessazioni che molte persone e popoli interi si trovano tutt’oggi inermi a subire.

note di

regia

Ogni volta che lavoro a un nuovo spettacolo di Commedia dell’Arte mi chiedo: a chi interessa uno spettacolo di teatro di maschera? Il pubblico di oggi non ha più le ingenuità di quello del 1600. È abituato al cinema, alla tv, viaggia in rete, ha il mondo in mano. Ma alla fine la risposta alla domanda è sempre la stessa.

Il pubblico è fatto di persone e le persone, grandi o piccole che siano, amano le storie, amano farsi raccontare i miti e le leggende, vogliono sentire che il male verrà punito e il bene trionferà. E questo da sempre, anche se ormai avvezze a tutte le “modernità” di questo secolo.

La Commedia dell’Arte racchiude in sé tutti i bisogni del pubblico: sa educare, stupire, ammaliare, sedurre, divertire. Ed è questo che vuol fare la nostra ballata dell’Amore e del Potere. Attraverso le maschere e i suoi caratteri, valicando il tempo, vuol trascinare il pubblico in un viaggio emozionante e poetico. Rivedere storie antiche, e renderle moderne e fresche.

note di

drammaturgia

MALACARNE – La ballata dell’Amore e del Potere è il prezioso frutto di un lavoro collettivo scaturito dalla voglia e necessità di raccontare non solo un personaggio sconosciuto del teatro popolare ma anche dello scontro senza fine tra la forza più disgregante al mondo, il Potere, e la forza che da sempre lo contrasta, l’Amore.

Mi sono così spinto nel comporre una nuova drammaturgia sulla figura e il mondo di Malacarne visto con gli occhi dei romanzi storici e delle storie di riscrittura delle origini dei personaggi, note soprattutto nell’ambito dei fumetti e delle loro trasposizioni al cinema ma che si radicano nelle diversificazioni narrative con cui sono stati sviscerati i protagonisti dei miti greci.

Una vicenda pregna di storia, leggende e lingue dalle sonorità arcaiche che tornano per un’ora e mezza di nuovo in vita, incantando come solo la musica può fare, e racchiudendoci tutti in un posto senza tempo e senza spazio, se non quello incommensurabile del mistero di esseri umani, e vivi, insieme.

dicono

dello spettacolo

<< Immaginiamo il teatro popolare e la commedia dell’arte come l’espressione da palcoscenico della street art: colori forti, tinte nette, ritmo altissimo, cambi repentini. Maschere e folclore viaggiano come un treno che sferraglia coast to coast verso un tramonto estivo. La commedia dell’arte è viscerale, sudata, generosa e la compagnia BRAT è una giovane realtà che da anni persegue una poetica volta a creare una fusione fra tradizione e innovazione. Malacarne è, di fatto, l’unica maschera friulana della famiglia degli arlecchini qui portata in scena in un tripudio di lingue, dialetti, suoni, rumori e canzoni. Un tuffo variopinto nelle storie e ballate del territorio friulano che si intrecciano con la vicenda di amore e potere che vive e subisce il malcapitato Malacarne, che qui diviene figura contemporanea del lavoratore senza tutele, della persona disposta a tutto pur di non dover migrare. Un’operazione artistica che si fonda sull’amore per quel teatro fatto di carne, polvere e risate, in cui lo spettatore fa un viaggio nel tempo restando ancorato alle proprie viscere e sentendo pulsare il sangue nelle vene. >>

Direzione artistica – SpkTeatro


<< BRAT elabora un proprio rapporto con le maschere e la tradizione cercando di superare alcuni stereotipi che si sono consolidati rispetto alla cosiddetta commedia dell’arte “classica” […]. La commedia procede con ritmo e precisione. La compagnia dedica una cura particolare al movimento coreografico, ai tempi del dialogo anche fisico tra i personaggi. Il Friuli- Venezia Giulia, così come molte altre regioni d’Italia, porta con sé una storia complessa di conquiste e guerre, dove si incontrano e scontrano un’eredità austriaca, mitteleuropea e quella veneta della Serenissima. Al di sotto del gioco del potere, come sempre, sta il popolo minuto delle leggende, delle streghe, delle campagne, sta Malacarne, servo buono e devoto, narratore viandante […]. Non più il Friuli, ma il mondo intero sulle assi di questo piccolo palchetto, in un omaggio all’intento originario della Commedia dell’Arte: parlare del presente tramite il mezzo potente della fiaba e del comico, in un’astrazione che però non rinuncia a riferimenti pungenti, feroci tramite l’irriverenza della maschera, che non concede e non consola, ma che ferisce come soltanto la vera commedia sa fare. >>

Angela Forti – La Falena, Teatro Metastasio

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Telefono: +39 340 609 6652

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