Miriam del Pin - Porpetto
INTERVISTATORE – Allora ti chiedo intanto: come ti chiami, quanti anni hai e da dove vieni?
MIRIAM DEL PIN – Oddio una domanda difficile bon… Miriam del Pin.
Età 67, compiuti. Da dove vengo… è difficile, no? Nel senso…beh, mettiamo son cresciuta nella bassa friulana, dai, facciamo così, la cosa migliore.
INTERVISTATORE – Raccontami.
MIRIAM DEL PIN – Raccontami: allora io avevo due genitori: uno friulano, mentre mia mamma era di origine veneta, per cui mio papà è cresciuto appunto nella bassa. Mia mamma, invece era nata a Ronchi. Poi i genitori erano veneti, poi si era spostata nella bassa, poi ha vissuto un periodo a Roma, poi è vissuto un periodo a Redipuglia, per cui l’origine è un po mista. Sono cresciuta in parte…in parte..sì, nella bassa si, a Torsa diciamo, il paese in cui sono cresciuta.
Però in quel paese lì i miei contatti erano nel periodo scolastico. I compagni di scuola, la gente che mi stava intorno un po’ e basta.
I giorni di festa, i periodi di vacanza, eccetera si andava dai nonni, dagli zii e per cui non avevamo legami con quel luogo e eravamo sia io sia i miei fratelli in altri posti.
Mi è difficile dire di dove sono.
INTERVISTATORE – E come ti piaceva passare il tempo?
MIRIAM DEL PIN – Io leggevo molto, è una cosa che mi piaceva fare da sempre e mia madre mi diceva anche quando vedevo lei leggere le chiedevo, cosa c’è scritto qua? Come si fa a capire cosa c’è scritto? E quello era una cosa che mi piaceva fare.
Poi quando andavo dai nonni che vivevano in case vecchie, a me piaceva guardare le soffitte, questi pezzi, questi queste cose antiche un po rotte, però a me piaceva un mondo, scoprire libri, giornali, vecchi cose che non facevano parte del mio tempo. Però chissà quando, lì anche fantasticavo, era moltissimo questo.
INTERVISTATORE – E cosa c’era in queste soffitte?
MIRIAM DEL PIN – Libri, giornali…attrezzature che però non mi interessavano tanto, però a me i libri, i giornali, io mi perdevo in queste cose qua.
INTERVISTATORE – Te ne ricordi uno in particolare?
MIRIAM DEL PIN – Allora uno in particolare… allora i giornali. Io mi ricordo che c’era la domenica del Corriere, quelle ancora dipinte così cioè le copertine dipinte, non le immagini, come trovi adesso le foto, degli articoli che parlavano delle cose più più varie. Vabbè… e libri, molte cose legate al mondo religioso, cosa del genere che però si.
Storia di santi, ma sì, non ricordo adesso esattamente i contenuti di tutti questi titoli.
Però boh…Un po’ di tutto
INTERVISTATORE – Invece i tuoi genitori, i tuoi nonni ti raccontavano delle storie?
MIRIAM DEL PIN – Sì, allora….allora eh, dalla parte di mia mamma, non tanto. Forse più dalla parte di mio papà, vabbè che io ho mia nonna, è morta che quando avevo 5 anni, per cui me ne ha raccontate si… un po’, ma un po’ meno. Dalla parte di mia mamma,invece, mia nonna era più riservata, per cui non…
Sì, più mia mamma forse mi raccontava delle cose, si vicende. Poi c’è anche un’altro fatto, mio nonno materno aveva fatto la prima guerra mondiale e questa cosa l’aveva segnato molto. Lui non ne parlava, però questa cosa probabilmente aveva lasciato il segno, il fatto stesso che lui avesse scelto, poi, dopo la guerra, di andare ad abitare a Redipuglia è indicativo, che erano i luoghi dove lui aveva fatto la guerra, no?
Sì, ecco, è una cosa di quel periodo lì, ricordo che a me piaceva tanto… A lui piaceva tanto far lunghe passeggiate e io lo seguivo. Quello mi piaceva
INTERVISTATORE – Dove andavate?
MIRIAM DEL PIN – Sul Carso, sul Carso, quello sì. Per cui lui stava sempre davanti, io e i miei cugini dietro, ma vabbè, insomma lui era un grande camminatore.Noi meno.
INTERVISTATORE – Come andavano quindi queste passeggiate?
MIRIAM DEL PIN – Eh, allora lui in silenzio, a noi piaceva un po’ guardare la natura, ma soprattutto era uno sperimentarsi a livello fisico, proprio a livello fisico. Superare degli ostacoli, questo dosso, questa pietra. Da qui come si passa? Come ci proviamo? Si, in questo senso.
Sì, non prove di forza perché non era il caso, no, però proprio anche di abilità, strategia. Come riuscire in questo senso si potrebbe essere.
INTERVISTATORE – Tu avevi dei giocattoli?
MIRIAM DEL PIN – Allora, quando ero piccola, una delle mie zie, delle zie di mio papà, è venuta a trovarci e ci ha portato una delle bambole, no? Una a me, una mia sorella che è un po’ più piccolina di me.
Beh, quando me l’ha portata felicissima io, che bel gioco!
Ho preso la bambola e l’ho ficcata nell’acqua perché dovevo lavarla. Insomma, si è sciolta (ride).
INTERVISTATORE – Ma di cosa era fatta?
MIRIAM DEL PIN – E aveva la i capelli sai incollati? No? Si, si è sciolta così. Bella, bellissima però. Insomma, vorrai mica tenere una bambola sporca? No, si lava.
Però, avevo la biciclettina, anche, vero, mi avevano regalato la biciclettina quando avevo tre anni… così ed ero felicissima. Io ricordo ancora che avevo corso fino allo stremo, solo che abitavamo in una casa e c’erano delle scale che portavano giù in cantina e io son finita giù in fondo alle scale con la bici. Io ancora ricordo di questo ruzzolone e mi ero fatta male insomma.
Si ecco questo è…
INTERVISTATORE – E con tua sorella facevate dei giochi?
MIRIAM DEL PIN – No…Non andavamo molto d’accordo. Sì, sai cosa? Forse no. Ecco, qualche volta magari ci, a me no, ma a me piaceva arrampicarmi un po’ sugli alberi, questo sì, però lei no. Avevamo modi diversi di giocare, per cui non c’era più di tanto contatto… Forse le passeggiate, ecco forse qualche passeggiata però sempre guardare i fiori a raccogliere così… nulla di specifico, esplorare qualche percorso, non grandi cose, tutto intorno a casa, perché c’erano dei limiti ben definiti. Poi abitavo sul fiume, nel senso che c’era un pezzo di terra che dava sul fiume. A me piaceva guardare anche quello. Sì, però, nulla…
INTERVISTATORE – Quali erano i limiti?
MIRIAM DEL PIN – Legati al giardino nostro oppure legati al giardino (si, non nostro) dove abitavamo. E poi c’era sì…qualche piccolo percorso lì vicino non c’erano grandi cose, insomma.
INTERVISTATORE – E quali erano i tuoi gli alberi preferiti?
MIRIAM DEL PIN – No, non c’erano alberi preferiti. Io ci provavo ogni tanto. Eh sì, ah sì ricordo il melo, mi ero arrampicata su un melo e quello mi sosteneva abbastanza un’altra volta (sempre una prova così di fisica di abilità) sul Fico no? Bello, bellissimo! Solo che il ramo del Fico è molto fragile, sopracitata, giù con tutto il ramo e si è rotto anche quello. Ecco, queste sono le mie esperienze di gioco.
INTERVISTATORE – Hai detto prima che raccoglievate, fiori?
MIRIAM DEL PIN – Mazzi di fiori, grandi mazzi. Qualche pianta si, qualche piantina e sono riuscita a infestare il giardino perché a me piacciono evidentemente le piante infestanti. Non lo sapevo prima. Che bello che bello, ho rovinato il giardino. Eh così è.
Cos’erano queste piante? No, adesso non saprei quali sono.Sì.
INTERVISTATORE – Andavate anche a raccogliere erbe selvatiche da mangiare?
MIRIAM DEL PIN – Solo il tarassacco con mia mamma e la silene si, quello sì, però, ecco la silene ho imparato da grande qual è, perché faceva lei, il tarassaco invece l’ho conosciuto da subito.
E no, altre robe. Ah i bruscandoli. Il luppolo.
INTERVISTATORE – E invece?Come passavano il tempo?Gli altri, più o meno della tua età.
MIRIAM DEL PIN – Non lo so.
INTERVISTATORE – Fratelli, cugini.
MIRIAM DEL PIN – Allora mio fratello amava molto come dire…Eh?
Le costruzioni sono arrivate dopo. Però a lui piaceva molto giocare con la sabbia, creare delle cose con la sabbia, così quello sì.
Poi anche boh a leggere anche lui…Cos’altro? Anche lui aveva la…Quando gli portavano i giocattoli, così anche lui doveva demolirli per capire com’erano fatti e io le bambole. Lui giocattolini. Così infatti mia mamma era disperata quando ci portavano delle cose perchè…Non eravamo proprio dei bravi bambini.(ride)
E poi?
I cugini invece no… coi cugini si condividevano quei momenti lì, passeggiate, cose altro. Non so e non ho mai chiesto, neanche non mi interessava.
Anche si, non so. Succedeva… allora da piccola ero malaticcia, no? Per cui a un certo punto il medico ha suggerito di portarci al mare e mia mamma a settembre ci portava al mare, si affittava una stanza dove eravamo io e i miei fratelli, lei, mia zia, i miei cugini eravamo tutti lì insieme, ammucchiati. Questa è una cosa molto bizzarra e si e si andava lì, no? E li ricordo che appunto si litigava coi cugini, non è che si andava proprio così d’accordo in montagna, sì, sul Carso con i nonni era più come dire…si era meno forte questa tensione e invece lì, anche se mi facevo le passeggiate eccetera, un giorno ricordo che mi ero fatta male a un piede perché avevo deciso di andare su delle pietre, mia mamma diceva di no, ma io lo stesso e mi sono tagliata un piede. Si così ero un po’ spericolata, ecco più a livello fisico comunque.
Quella cosa lì…Poi cos’altro c’era? C’era quella cosa lì…
Non mi viene in mente un’altra cosa.
Sì, sì, perché allora un po lì un po avevo una zia a Gembona (?), un’altra a Castions delle mura, Redipuglia, Ronchi.
Poi a Montalto D’oro, per cui c’era un po’ un po così, ci si spostava abbastanza.
Col treno un po’ in auto, ah sì, in quanto si andava allora, i primi anni in corriera andavano in… al mare. Poi mio papà ha comprato la 600 e tutti in 600. Però eh, c’erano dei limiti, ma noi eravamo in tanti e allora due adulti davanti e tutti i bambini dietro. Ricordo che mio papà ci diceva, “guardate bambini che c’è la polizia” e tutti giù.
Per non far vedere cos’era quella massa informe che c’era dietro.
Uno in braccio alla a mia mamma e tutti gli altri dietro messi là.
Non so, adesso eravamo in tanti cui tre altri tre dall’altra parte. Nove fai conto in questa 600 tra adulti e bambini.
INTERVISTATORE – Allora ti volevo chiedere se ti ricordi delle poesie, delle filastrocche o delle canzoni o che venivano insegnate a scuola o raccontate o anche nei libri, se c’era magari qualche cosa che era stata imparata a memoria oppure che ti aveva colpito.
MIRIAM DEL PIN – No, non ho mai amato le poesie. Guarda, sì, mi è capitato di studiarle, ma non no, ho resettato tutto.
Sì, anche cantavano, è vero, tanto una volta anche mia mamma però.
Io non non amavo.
INTERVISTATORE – E scuola non venivano fatte imparare a memoria?
MIRIAM DEL PIN – Sisisi venivano però son cose, sai quelle robe che non non vuoi? Via faccio perché devo però finito, basta.
Si una vita più…interiore, diciamo più solitaria che di società… sì, anche se vivevo in mezzo agli altri, però.
Però sì, era qualcosa di più intimo, diciamo.Sì, ecco qualcosa che ricordo erano un po’le leggende, cioè io le chiamo leggende.
Cioè quando parlavano di…comunque aspetta, ma… tipo dei sogni, quando ti senti bloccato, eccetera no, c’era come una leggenda, che ci fosse uno spirito, qualcosa che ti teneva bloccato, almeno la tradizione popolare diceva questo, no? Perché diceva Dio che brutto sogno che ho fatto…Eh sì, hai avuto il chialciutt (?), non so come lo chiamavano loro no, e c’era questa cosa che ti teneva bloccato secondo questa tradizione popolare.
Però lì non ho mai capito di più, anche se non ho approfondito, ma che forse non erano in grado di spiegarmi. Non lo so.
E questa cosa qua.
Poi, invece dalla parte di mia mamma erano più legati a fatti, ah adesso si… è una cosa bizzarra…alla religiosità, no? Per cui lì dici parlavano di tipo maledizioni che potevi subire, che dovevi prevenire usando nastrini rossi, roba… che era una cosa legata tipo alla magia popolare, qualcosa del genere. E di preciso cose benedette, dovevi avere indosso tipo, Santini, Medagliette, robine così no?
E lì questa roba qua, no, era una roba un po che non ho mai capito bene, anche perché io, come mente sono piuttosto razionale e mi era difficile riuscire a metabolizzare no? queste cose che sentivo, poi legate anche ai fantasmi, a santi queste cose sì… ai sogni. C’era chi riusciva a capire dai sogni che cosa avrebbe potuto succedere, poi.
Poi certi santi piuttosto che altri che ti… sì che ti potevano aiutare. Insomma, dare una mano in certe situazioni è così. Insomma.
Sì, ecco quello, queste cose mi manca, non averle approfondite.
INTERVISTATORE – C’era qualche…almeno per te dei posti o degli oggetti particolari?
MIRIAM DEL PIN – No oggetti no. Io ho provato sempre attrazione per l’acqua, per i fiumi, questo sì, questa è una cosa che mi piace, anche se a volte mi è capitato di vedere alluvioni così…
Si fa un po di paura, devo dire però poi una volta anche, appunto, ho detto l’attrazione dell’acqua. Una volta ho perso lo stivale nel fiume perché è stato trascinato via dalla corrente. Io andavo fin che potevo e sono andata un po’ troppo in là. E poi non ho osato andare a recuperarlo perché avrei rischiato anche di più. Effettivamente quella volta lì Io avevo paura di sentirle o di prenderle, perché così era. I miei non hanno detto niente.
Eh, gli ho detto, guardate, è andata così…e non hanno detto niente. Probabilmente si, hanno capito che si, il rischio era troppo effettivamente.
INTERVISTATORE – Che fiume era?
MIRIAM DEL PIN – Il Torsa appunto, quello lì, sì, quello lì, però effettivamente lì, però anche a Corniolo, dove abitavano i nonni, c’era un’altro fiume che adesso non c’è più. C’era un’altro… che non so come si chiamava, però anche lì vicino c’era anche quello che mi piaceva.
INTERVISTATORE – E cosa ti piaceva in particolare?
MIRIAM DEL PIN – Lo scorrere dell’acqua, le alghe come si muove? Non so, son cose…
INTERVISTATORE – C’è forse qualche leggenda sulle alghe?
MIRIAM DEL PIN – No, quello non avevo sentito.
INTERVISTATORE – Allora, dai andiamo a chiudere con l’ultima domanda che facciamo a tutti. Allora il nostro progetto si chiama Seme e quello che chiediamo è e di…Come un seme che poi in futuro germoglierà ,lasciare…o insomma dire una propria speranza per il futuro per…sì, una speranza per il futuro…
MIRIAM DEL PIN – Allora una cosa che a me piacerebbe è riuscire a decodificare le leggende, le leggende, perché secondo me hanno un messaggio. Io francamente non sono riuscita a capirlo, però sarebbe una cosa interessante da riuscire a capire qual è, insomma, questo…
Perché tutte le leggende hanno una base di verità, anche le tradizioni, eccetera. Noi non riusciamo più a capire qual era l’origine, però non riusciamo neanche a capire qual è il messaggio, cioè, siamo alla fase intermedia e mi piacerebbe capire questo collegamento.
Si altro non saprei.
INTERVISTATORE – Grazie.
MIRIAM DEL PIN – Nulla.